Dai gioielli in filigrana d’oro a quelli di sughero della Gallura, dalla ceramica di Castelsardo, come vasi, piatti e brocche lavorati al tornio, cotte al forno e smaltate a colori naturali, ai tappetti della Barbagia, tessuti con telai verticali, fino ai coltelli del nuorese, l’artigianato sardo è ricco, pregiato e si distingue per l’originalità e la fedeltà alla tradizione.
L’arte dell‘intreccio dei cesti, con foglie di palma, di grano, di mirto, di paglia o di vimini, della tessitura, dove ricorrono più di 100 motivi e simboli diversi tra forme geometriche, motivi vegetali, animali e simboli araldici, della lavorazione dei metalli e dei coralli per la produzione di gioielli e monili, raccontano usi e costumi tramandati di generazione in generazione.
Tra gli oggetti di oreficeria trovate spille, bottoni, gemelli, collane e pendenti, usati dalle donne sarde per feste e matrimoni, la fede nuziale decorata da gocce d’oro, l’anello di fidanzamento che ha incise due mani che si stringono e che suggellano il patto d’amore, un pendente lavorato in piastra d’oro, traforata e arricchita con pietre preziose, e gli orecchini tra cui quelli a grappolo e quelli a torre.
Molto belli anche gli oggetti in legno, come la cassapanca sarda e le maschere usate per il carnevale, e i pezzi della coltelleria, come i leppas e i resolzas, classici coltelli a serramanico di pastori e contadini, con manici di corno di muflone, bufalo o caprone.
Per i gioielli recatevi ad Alghero e a Iglesias mentre per le ceramiche a Olbia, Oristano, Assemini, Cagliari e Sassari.